Lia Cecchin (Feltre, 1987; vive e lavora a Torino) nel 2010 si laurea in Arti Visive e dello Spettacolo presso l’Università IUAV di Venezia. La sua pratica si contraddistingue per la negazione di qualunque tipo di atto creativo. La realtà è infatti il suo campo di ricerca. Espone film, libri e oggetti comuni inserendoli in nuove narrazioni dove potenzialmente ognuno può riconoscersi come protagonista. Attraverso una metodologia archivistica viene riunito un vasto codice condiviso capace di descrivere il nostro presente e ipotizzare un possibile e realistico imminente futuro.
Ha partecipato a workshop e programmi di residenza presso Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia), Fondazione Spinola Banna (Torino), Progetto Diogene (Torino) e Halle 14 (Lipsia).
Tra le mostre a cui ha preso parte: BYTS Bosch Young Talent Show, AKV (‘s-Hertogenbosch); Opera 2011, Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia); Fuoriclasse, GAM (Milano); It happened Tomorrow, Barriera (Torino); Mediterranea 17, la Fabbrica del Vapore (Milano); Searching for comfort in an uncomfortable chair, CLOG (Torino); Susy Culinski & Friends, Fanta Spazio (Milano); Teatrum Botanicum, PAV Parco Arte Vivente (Torino); Curator Exquis, Greylight Projects (Bruxelles); That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine, MAMbo (Bologna).
DADA POEM (to a fearless female), il primo capitolo del suo ultimo progetto DADA POEM, è stato presentato in occasione della mostra collettiva That’s IT (giugno 2018) al MAMbo. Il secondo, DADA POEM (22 missed calls) ha vinto il PREMIO COMBAT 2018 per la sezione installazione/scultura.
www.liacecchin.info
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